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Leer: la recensione del Mondiale 2013 dai nostri "inviati"

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Poco meno di 150 partecipanti, 3 gare in 2 giorni per la categoria "sport" più le prove per i mezzi di uso quotidiano, le bici da corsa tradizionali e i roller. E inoltre il mondiale sull'acqua per le Human Powered Boats ad arricchire il programma. Un'organizzazione nel complesso molto buona quella di HPV-DE per il Mondiale 2013 che si è svolto a Leer nei giorni 21-22-23 giugno. Ce lo raccontano i due Soci presenti Paolo e Giovanni.

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Il clima

Beh, stendiamo un velo pietoso sul clima inteso in senso atmosferico... nord Europa, vento, pioggia, il solito insomma, un tardo-novembre dei nostri per intenderci, ma tutto sommato per quanto riguarda lo svolgimento delle competizioni è persino andata bene: forte vento a favore per la 200 m sprint, appena qualche goccia durante la gara sull'ora e uno scroscio a metà gara sui 100 km.

Come sempre positivo invece il clima inteso in senso "sociale": agonismo al punto giusto tra i primi, relax e sorrisi appena dietro, rispetto per tutti, curiosità e voglia di socializzare. Insomma chi ancora si nasconde dietro i timori agonistici come scusa per non partecipare a questo evento annuale dovrebbe ricredersi, perchè il Mondiale HPV è e rimane uno spazio gioioso in cui la competizione è più che altro un pretesto, un gioco aggregante lontano anni luce dal clima aggressivo di certo sport agonistico cui siamo abituati in patria. Così può capitare di spendere un'oretta in birreria fianco a fianco a nientepopodimenoche mr. Mike Burrows e il resto della amabile crew inglese del BHPC o trovarsi a commentare i veicoli a tu per tu con chi, oltre a correrci, li produce o li commercializza.

Interessante anche la formula della cerimonia di apertura dei giochi in stile "olimpico", con le varie nazioni a sfilare davanti al pubblico e al palco con le autorità mentre la banda intonava tutti i diversi inni. Coinvolte nel gioco anche le scuole locali i cui alunni hanno accompagnato l'ingresso di ciascuna nazionale con tanto di esibizione in monociclo. Segni di una cultura scolastica lontana anni luce da quella nostrana, che già immaginiamo alle prese con assicurazioni / permessi / autorizzazioni / scarichi di responsabilità che si concluderebbero con un classico nulla-di-fatto.

L'ospitalità

L'ospitalità è stata gestita in modo eccellente: una struttura scolastica appena periferica per la notte (modalità camping), docce e bagni, colazione a buffet, più una sede "diurna" presso il "circolo canottieri" in riva al fiume, in pieno centro, a due passi dal circuito cittadino per le cene. La formula "all inclusive" ha funzionato bene ed ha alleviato da molti pensieri (dove mangio, cosa mangio, quando mangio, quanto spendo) a patto di avere stomaco e palato adattabili a una dieta non propriamente "mediterranea" (e d'altronde si era ben lontani dal Mediterraneo), ma comunque l'equipe dei cuochi avevano previsto anche il menu' vegetariano, dimostrando sensibilità, infatti nel nostro ambiente la richiesta di vegetariano/vegano è alta, ed in costante crescita.

Il circuito e le gare

Il circuito cittadino allestito a Leer si è rivelato molto intrigante, forse un po' corto tanto da costringere a numerosi doppiaggi i mezzi più veloci, ma decisamente impegnativo e mai noioso anche dopo molti giri. Un paio di curve da non sottovalutare costringevano i carenati a frenare e, soprattutto col bagnato, non sono mancate le uscite di pista, sempre senza conseguenze anche grazie alle protezioni ben allestite. A richiedere ulteriori impegno e concentrazione ci hanno pensato il traffico dei doppiati (specialmente nell'affollata gara sull'ora) e gli scrosci di pioggia. La situazione era critica soprattutto per gli streamlineer, che oltre a soffrire più di tutti gli altri il problema raffiche di vento, avevano evidenti problemi alla curva a gomito, ove non avendo grandi possibilità di correzione, soprattutto con la pioggia dovevano rallentare parecchio a causa dell'accentuato profilo a dorso di mulo della  strada, in un primo momento aiutava ma da metà in poi faceva letteralmente mancare la terra sotto le ruote, se a questo aggiungiamo che una volta in piega le folate di vento laterali tendono a trasformare la carenatura in un'ala si spiegano le 3 cadute solo nella gara dei 100 km dell'atleta Russo Stanislav Bober con il suo ormai vissuto "CubanSun" che era subentrato dopo il rovinoso crash della nuova creatura durante la gara iniziale dei 200 m lanciati, anche li il vento non ha aiutato i lineer...  Unico come sempre  al di sopra dei problemi è stato Steven Slade che sul suo piccolo "fagiolo" riesce a farsi un baffo del vento ed a dribblare "quasi" sempre gli avversari.

Ottimo lo spazio dedicato alla 200 m sprint, con possibilità di rincorsa oltre i 4 km per i carenati e partenza opzionale da in cima ad un cavalcavia. Salvo un intoppo estemporaneo ai 1500 m causato dal vento, ben segnalata la distanza (1500, 1000, 500, 300, 200 e 100 m) dal punto di misurazione. Il briefing pre-gara ha messo in chiaro tutto il funzionamento e dunque gli errori di chi non ha compreso dove iniziasse e dove finisse la misurazione non sono a nostro avviso imputabili all'organizzazione, ma alla semplice distrazione+inesperienza di alcuni riders.

Il Campione del Mondo e gli italiani in gara

Il titolo di Campione del Mondo è andato al tedesco Daniel Fenn, che si è aggiudicato tutte e tre le gare con un velomobile ultra-light monoscocca realizzato con un "velo" di vetroresina e rinforzi ad hoc in fibra di carbonio. Daniel ha raggiunto la velocità di 86.9 km/h nei 200 m sprint e ha chiuso le gare cittadine ad una media di poco superiore ai 50 km/h. Dietro di lui il solito Steven Slade sul Beano e l'olandese Ymte Sijbrandij con il suo velomobile Quest.

L'ex-vicepresidente Giovanni Eupani, sul suo Cycleforge "Mad Cow",  pur non potendo esprimersi al meglio causa forte vento e conseguente difficoltà di controllo, è risultato il più veloce italiano nei 200 m sprint, con una misurazione di 63.6 km/h. Giovanni ha poi preferito non correre le altre gare proprio per evitare cadute o contatti, pensate che una volta conclusa la prova dei 200m, catturato da Daniel Fenn, ormai fermo, è rovinato a terra spinto da una forte raffica, trascinando con sè anche il povero Daniel, che nonosante l'esperienza nulla ha potuto contro la forza del vento.

L'ex-presidente Paolo Baldissera ha invece partecipato a tutte e tre le competizioni in categoria non-carenati con la sua Slyway Endorphin 700c e le ormai abituali pedivelle corte (135 mm). Paolo ha raggiunto i 60.3 km/h nella 200 m sprint e ha chiuso l'ora e i 100 km (percorsi solo dal primo dei carenati in circa 2 ore) con medie di 38.4 e 37.4 km/h rispettivamente, per un posizionamento complessivo in 13esima posizione su 60 di categoria.

Curiosità

Tra le curiosità possiamo inserire l'auto del sempre presente cronometrista Gerard Arends che ha trasformato una Toyota prius comperata usata a 5000 euro con 300000 km sulle spalle, montando elettronica USA ed un nuovo superdimensionato paccone batterie made in Cina, tanto da farla diventare una full electric, che usa il motore termico solo per le emergenze ed eventualmente per ricaricare le batterie dopo una giornata di cronometraggio lontani dalla rete. Spiccava con una certa estetica da "Ritorno al futuro" il classico contatore a rotella, probabilmente usato dal nostro per avere un controllo veloce dell'energia eventualmente immessa nella batteria, una volta lontano dall'impianto fotovoltaico di casa.

Besançon 2014: un appuntamento da non perdere

Alla luce di quanto appena raccontato e considerata la distanza molto più ragionevole da percorrere, speriamo davvero che il prossimo anno si possa avere una nutrita rappresentativa italiana. Chissà, magari anche viaggio pedalante incluso attraverso le Alpi, così da arrivare con la gamba ben "calda" dato che Marc Lesourd e gli altri francesi hanno promesso un mondiale se non proprio "climbing" quantomeno decisamente "ondulato". Inoltre bollono in pentola interessanti novità e se tutto andrà in porto sarà possibile avere una speciale categoria "educational" riservata ai progetti di scuole e università. Stay tuned!

 

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